Nell’era dei talent scout, incentrata sull’individuazione precoce e promozione del talento, rischiamo di ingannarci pensando che chi riesce in grandi imprese, sportive e non, debba per forza avere una notevole predisposizione genetica; che esista un “destino biologico” che sorride ai più fortunati!
Purtroppo, tale pensiero è in grado di bloccarci per anni senza darci la possibilità di scoprire il nostro vero potenziale; ci deresponsabilizza.
Come? Alimentando la cultura dell’alibi.
Forse ti sarà capitato che qualcuno ti abbia detto, o l’hai pensato tu, che se non hai abbastanza doti è inutile che ci provi, e sia chiaro, non è colpa tua!
La verità è che talento, tenacia e resilienza - proprio lei - si sostengono a vicenda. Non c'è infatti potenziale che si sia espresso senza un lungo processo di maturazione, impegno e di dedizione.
Lo sapeva Anders Ericsson, lo psicologo che ha elaborato la famosa teoria delle diecimila ore.
L'eccellenza si conquista solo con sudore e passione
Quello che ci rende grandi è la capacità di lavorare duro, la tenacia di non mollare, di non lasciarsi scoraggiare dalle avversità e continuare a coltivare la volontà di raggiungere qualcosa di importante!
La buona notizia è che ognuno di noi nasce con svariati talenti, non ti resta che individuarli, spolverarli e farli risplendere, imparando dalle tue fonti di ispirazione.