È fatta, hai deciso di compiere il grande salto: entrare nell’economia collaborativa, costruire un piano B che, ormai lo sai, un giorno non lontano diventerà il tuo piano A.
Come è naturale vuoi far conoscere questo progetto a tutte le persone a te care, famiglia, amicizie, partner. Ma ti imbatti in qualcosa di inaspettato e che smorza un po’ il tuo entusiasmo.
“Conosco già il tipo di attività di cui mi parli... è una piramide, guadagnano solo i primi.”
L’obiezione è in realtà legittima; bisogna avere una solidità e un’intelligenza emotiva sufficienti da risolvere con calma questo fraintendimento, senza aggredire l’altra persona.
Perché si tratta di una legittima obiezione?
Perché le organizzazioni piramidali esistono, sono una versione degenerata e truffaldina della condivisione attraverso reti di consumo. Ma sono illegali, come riportato nel testo della legge 173/2005, perciò noi abbiamo il dovere di far conoscere le differenze tra queste e il nostro progetto di economia collaborativa, che davvero vuole migliorare la vita nostra e del prossimo.
Capisci perché è importante che tu ti metta in gioco?
Là fuori ci sono tante persone che hanno perso il lavoro e non sanno come fare, che hanno il fisico e lo spirito logorati dalla vita che hanno fatto prima che il dramma della pandemia cancellasse tutto con un doloroso colpo di spugna. Ma non osano provare a crearsi un’alternativa, poiché hanno paura dell’ennesima fregatura spilla-soldi.
Occorre spiegare, spiegare, e ancora spiegare. Ma non perché così vorranno tutti collaborare con te...
Lo scopo di questo progetto è aiutare le altre persone a prescindere dalle decisioni che vorranno prendere. E se tu fai ciò che è giusto, sarà difficile che una persona che ti ha detto di no cada preda di un sistema piramidale.
Ricordati che nel servirci l’uno con l’altra diventiamo liberi!
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